La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

mercoledì 13 aprile 2022

Conversione di San Paolo.

 

Il 25 gennaio la Chiesa celebra la Conversione di San Paolo.

di Vincenzo Giaculli

San Paolo, affrescato sul V° pilastro di sinistra della navata centrale all’interno della antica Abbazia della SS Trinità di Venosa (PZ) datato tra il XIV ed il XV Sec. di autore ignoto, è raffigurato come un uomo maturo, con capelli, barba e baffi di color rossiccio, capelli a corona intorno ad un’ampia fronte calva, sguardo austero, ma ben definito.
Paolo era piccolo di statura, con naso adunco e occhi cisposi, impetuoso nell’affrontare la nuova missione cui era destinato, ma anche non rinunciatario dei suoi diritti, ligio alle regole e alle leggi.
La descrizione del suo spetto fisico ci viene dato da una sua discepola: Tecla di Iconio, apostola e protomartire, negli apocrifi “Atti di Paolo e Tecla”.
La figura dipinta è incastonata in una cornice ad arco di colore rosa, sostenuto da due esili ed eleganti colonne elicoidali con capitelli scolpiti, purtroppo solo il lato destro ci è pervenuto.
Il fondo è scuro, da cui si slancia in avanti la figura del santo, abbellita da un ampio mantello rosso con bordo scuro. Un’ampia aureola gialla ne circonda la testa.
“L’Apostolo delle genti” non impugna, come si conviene ad un vero cavaliere, ma sorregge con la mano destra una lunga spada a doppia lama, suo attributo e strumento del suo martirio, la spada, con la punta della lama rivolta in alto è appoggiata sulla spalla sempre destra, allo stesso modo di come oggi un soldato impugnerebbe un fucile; invece con la mano sinistra regge il libro contenente le sue celeberrime “Epistole”.
Le cronache ci dicono che Paolo nacque probabilmente verso il 5-10 d.C. a Tarso nella Cilicia, oggi situata nella Turchia meridionale presso i confini con la Siria, martirizzato a Roma con il taglio della testa il 29 giugno probabilmente nell’anno 67, poiché essendo cittadino romano gli fu risparmiata la crocifissione.
Paolo di Tarso, il cui vero nome era Saulo, era un fariseo, convertito a Cristo, cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco ed in seguito divenuto martire e santo.
San Paolo è senz’altro il più grande missionario di tutti i tempi, non conobbe personalmente Cristo, ma per la Sua folgorante chiamata sulla via di damasco, ne divenne un discepolo fra i più grandi.
È l’apostolo delle genti.
Gli Atti degli Apostoli narrano che mentre egli era sulla strada per Damasco all’inseguimento dei cristiani, il Signore si rivelò a quell’accanito nemico; all’improvviso, narrano gli ‘Atti’, una luce dal cielo l’avvolse e cadendo dal cavallo, udì una voce che gli diceva: “Saul, Saul, perché mi perseguiti?”. E lui: “Chi sei o Signore?”; e la voce: “Io sono Gesù che tu perseguiti. Orsù alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare” (Atti 9, 3-7).




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