La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

venerdì 14 luglio 2017

Museo Episcopale Venosa: Il Palazzo dell'Episcopio

La Diocesi di Venosa, fondata nel V sec., fu una delle quattro più antiche Diocesi di Basilicata, assieme alle città di Acerenza, Grumento e Potenza.
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Il Palazzo dell'Episcopio, edificato nelle adiacenze della Cattedrale rinascimentale e modellato nel suo attuale aspetto nel XVI sec, accoglie oggi i suoi visitatori lungo un piano terra ed un piano superiore.
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Nelle foto, l'ingresso principale e l'ingresso secondario, la planimetria del Palazzo ed un suggestivo scorcio della facciata della Cattedrale.
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Museo Episcopale Venosa: Sala degli Argenti.

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In primo piano, Ostensorio in argento e pietre preziose, manifattura napoletana del XVIII sec.

martedì 11 luglio 2017

San Benedetto da Norcia Abate, patrono d'Europa

Le vicende dell’Abbazia della SS.Trinità sono intimamente connesse all’ordine dei benedettini, i cui monasteri diventano centri propulsori di un processo di latinizzazione della chiesa di rito Bizantino, “in un periodo storico in cui si decideranno le sorti  dell’occidente con eventi e strategie che modificheranno per sempre la  nostra storia.”
I Normanni, alleati del papa, si faranno promotori e finanziatori di questi grandi interventi, da Montecassino ad Aversa, passando per i laghi di Monticchio, la Calabria, fino a Palermo...
Ma chi era San Benedetto?
Abbazia di Sant'Ippolito, Monticchio, Potenza 

Dopo aver studiato a Roma, condusse vita eremitica nella regione di  Subiaco, raccogliendo intorno a sé molti discepoli... spostatosi poi a Cassino, fondò qui il celebre monastero e scrisse la regola, che tanto  si diffuse in ogni lugo da meritargli il titolo di patriarca dei monaci  in Occidente.
 
San Benedetto da Norcia, Beato Angelico

La fonte più importante sulla vita di questo importante Santo sono i Dialoghi di san Gregorio Magno, dove san Benedetto è un modello della vita umana come ascesa verso il  vertice della perfezione.
San Gregorio Magno racconta dei molti miracoli compiuti dal Santo per dimostrare  come Dio, ammonendo, aiutando e anche... punendo, intervenga nelle  concrete situazioni della vita dell’uomo.

La Regola di San Bendetto è alla base di un fermento spirituale che mutò nel corso dei  secoli il  volto dell’Europa, suscitando, dopo la caduta dell’impero romano, una nuova unità spirituale e culturale, quella della  fede cristiana condivisa dai popoli del continente.
E’ nata proprio così  la realtà che noi chiamiamo “Europa”.

"Dovremmo domandarci a quali eccessi si sarebbe spinta la gente del  Medioevo, se non si fosse levata questa voce grande e dolce".
                                              Jaques Le Goff.

Nella cripta della chiesa vecchia della Trinità c’è un affresco, databile intorno al XIII sec.,  raffigurante San Benedetto con in una mano il pastore e nell’altra il libro della regola...
  
Dobbiamo ricordare inoltre a Venosa, città in cui vi erano numerosi ordini monastici, lo scomparso monastero femminile di San Benedetto lungo corso Vittorio Emanuele, di cui restano alcuni frammenti superstiti e qualche rara fotografia, al quale afferiva la chiesa di Montalto, il cui nucleo originale risale all’XI secolo.


Giulia Manes




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lunedì 10 luglio 2017

Museo Episcopale Venosa: Sant'Andrea

"Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).
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Reliquiario di Sant'Andrea in argento; dettaglio dei pesci pendenti.

Opera di autore napoletano ignoto, prima metà del XVIII sec.

venerdì 7 luglio 2017

Museo Episcopale Venosa: “Madonna della Misericordia” (particolare)


Nel volto della Vergine, stilemi tardo-gotici si fondono ad un lessico già rinascimentale con caratteri della cultura umbro-marchigiana.
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“Madonna della Misericordia” (dettaglio) Ignoto pittore, 1450 ca

mercoledì 5 luglio 2017

Museo Episcopale Venosa: Sala della biblioteca

Una delle sale del palazzo vescovile di Venosa ospita una preziosa biblioteca con una collezione di antichi volumi. L'immagine può contenere: 3 persone, spazio al chiuso

lunedì 3 luglio 2017

Museo Episcopale Venosa: Sposalizio mistico di Santa Caterina” (particolare)

La delicatezza e la tenerezza del gesto del Bambino che avvicina a sè la mano della Santa nell’atto di inanellarla.
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“Sposalizio mistico di Santa Caterina” (dettaglio) attr. Domenico Guarino, prima metà XVIII sec.

sabato 1 luglio 2017

Gli "Apostoli di Sant'Andrea" - San Giuda Taddeo

L’Apostolo Giuda Taddeo non va confuso con l’altro Giuda, discepolo più conosciuto e popolare, detto l’Iscariota.
Il dipinto di San Giuda Taddeo è collocato in alto sulla navata di destra della chiesa, tra gli altari laterali di San Felice e della Madonna dell’Assunta all'interno della Cattedrale di Venosa (PZ).
 L’iconografia e la tradizione ci presenta Giuda Taddeo come un uomo maturo, con la barba riccia, di color marrone e grigia. Ha i capelli dello stesso colore, lunghi ed ondulati sulle spalle.
Indossa una tunica di color verde oliva, con colletto ribaltato di color marrone e un mantello di color rosa antico sulla spalla sinistra.
Nella mano destra stringe un libro, simbolo dei suoi scritti, mentre con la mano sinistra afferra una lancia, simbolo del suo martirio.
Giuda Taddeo deriva da ”tad” che significa misterioso, amabile, generoso, mentre “lebbeo” coraggioso. Visse in Mesopotamia, in Giudea, in Libia e in Persia, dove evangelizzò e fece il missionario.

Egli è identificato come il figlio di Alfeo e di Maria di Cleope e fratello di Giacomo minore.
Taddeo indirizzò una lettera ai fedeli contro i bestemmiatori a gli eretici.
Trovò il martirio colpito con una lancia.
Viene invocato solitamente dai malati, dai poveri contro la miseria e l’angustia del cuore ed era patronodei casi disperati, degli impossibili e degli affari senza rimedio.
I suoi attributi sono: la barca, il bastone da pellegrino e la lancia.
Il ciclo dei dipinti, come dicevamo sopra, è attribuito dalla storiografia al pittore Giuseppe Pinto di presunte origini locali, operante a Venosa nel secolo XVII.
Il quadro fa sempre parte, di una serie di dipinti attribuiti al pittore locale Giuseppe Pinto, quadri con cornici mistilinee, che corrono lungo le pareti perimetrali della Cattedrale di Venosa (PZ) e rappresentano i SS. Apostoli. I quadri sono tutti dipinti ad olio su tela.
Il ciclo dei quadri è composto da dodici dipinti delle medesime dimensioni, più uno notevolmente più grande che rappresenta Sant'Andrea, a cui la chiesa è dedicata.
Bisogna dire che i dipinti pur essendo di notevole fattura, purtroppo si apprezzano poco, perché collocati troppo in alto per ammirarne la bellezza e le caratteristiche, prima del restauro erano addirittura contornate da maestose cornici barocche.