La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

giovedì 11 aprile 2019

Mario De bernardi


Aveva poco più di vent'anni quando nel 1914, il giovane De Bernardi si brevettò presso il Campo Scuola Volo di Aviano (Udine), dimostrando fin da subito una capacità non comune, unita ad una passione sconfinata per il volo.
Nell'aprile 1915, durante il primo conflitto mondiale divenne allievo della Scuola Militare di Modena; a gennaio del 1916, Sottotenente effettivo nell'Arma del Genio, fu destinato al Battaglione Aviatori; il 20 marzo dello stesso anno conseguì il brevetto militare su apparecchio da caccia Nieuport ed assegnato alla 75^ Squadriglia dove fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per avere attaccato e colpito un apparecchio nemico, costringendolo all'atterraggio in territorio italiano. Successivamente fu scelto come pilota collaudatore degli aeroplani Pomilio.
Così nel maggio 1917 effettuò il primo collegamento postale fra Torino e Roma con un volo di 3 ore e 15 minuti alla media, allora da primato, di 170 Km. all'ora.
Nel gennaio 1918 tornò al fronte, nella Squadriglia 'degli Assi' la celebre 91^ comandata dal Magg. Francesco Baracca, e vi rimase fino alla fine della guerra.
Fu compagno di volo di tanti aviatori famosi: Ruffo di Calabria, Ranza, Novelli, Bacula, Magistrelli, Osnago, Keller, Costantini, Parvis, Nardini, Aliperta: dove De Bernardi ebbe modo di abbattere quattro Caccia nemici in combattimenti aerei guadagnandosi la medaglia di argento al valor militare.
Il 5 maggio 1925, su Fiat CRA, De Bernardi conquista per l'Italia il primato mondiale di velocità su 500 chilometri con 250 Kg. di carico, alla media di 254,123 Km/h; il primato era detenuto dalla Francia (Dorét su Dewoitine) con 222 chilometri.
A novembre dello stesso anno partecipa con un Macchi 20 ad una gara internazionale per aeroplani da turismo disputata da undici concorrenti che rappresentano cinque nazioni, ottenendo un successo strepitoso, dovuto in gran parte alla sua abilità di pilota acrobatico. In un periodo intenso di gare e di transvolate di notevole risonanza mondiale, come il celebre volo di 55.000 chilometri di Francesco de Pinedo, De Bernardi, insieme a Ferrarin, Bacula e Centurione fu inviato a Varese per allenarsi sui nuovi idrocorsa costruiti dalla Macchi, gli M.39 con motori Fiat AS2 da 800 c.v. in vista della 'Coppa Schneider' da disputarsi negli Stati Uniti, a Norfolk, nel 1926.
La 'Coppa Schneider' era una gara di velocità per idrovolanti su circuito chiuso ripetuto fino a 150 miglia marine.
La coppa sarebbe stata definitivamente aggiudicata alla nazione che avesse vinto la corsa per tre volte consecutive.
Il 14 novembre 1926 la vittoria italiana fu strepitosa: per la superiorità delle macchine, ideate dall'Ing. Castoldi, per l'efficienza dei motori, realizzati dall'Ing. Ferretti della Fiat, ma soprattutto per la bravura di Mario De Bernardi.
Il successo divenne poi di fama mondiale, perché De Bernardi, sullo stesso circuito compiuto per ben quattro volte e con lo stesso velivolo, conquistò il primato assoluto di velocità alla media di 418 Km/h.
Ma se la 'Coppa Schneider' si era conclusa, così non fu per l'attività multiforme di De Bernardi. Il volo era, per, così dire, un suo stato naturale, l'acrobazia una necessità.
Il 3 novembre 1929 vince a Milano la coppa internazionale per gara di acrobazia. L'8 aprile 1959 sull'aeroporto di Roma Urbe, durante un volo dimostrativo, viene colpito da un infarto. Riuscirà, nonostante il grave malore, ad atterrare senza riportare il minimo danno al velivolo.
Mario de Bernardi muore così a sessantasei anni, praticamente in volo, come forse lui stesso avrebbe voluto se avesse potuto scegliere.
L'aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) è intitolato a Mario De Bernardi.