La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

giovedì 25 gennaio 2018

Gli Apostoli di “Santa’Andrea”: San Paolo.


Ricorrenza della Conversione di San Paolo Apostolo - 25 gennaio.

Oggi la Chiesa celebra uno dei più gloriosi trionfi della grazia divina che è senza dubbio la conversione di S. Paolo.
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In questa occasione voglio ricordare la figura dell’Apostolo delle genti con uno dei quadri che qui a Venosa ricordano questo santo.
In questo bel ciclo pittorico seicentesco del pittore Giuseppe Pinto, sembra che ci sia un quadro in più; l’Apostolo che sembra essere “intruso” è San Paolo, detto: l’”Apostolo delle genti”.
San Paolo nell’iconografia tradizionale viene rappresentato calvo e con un solo ciuffo sulla fronte, mentre il nostro Pinto non lo ha reso completamente calvo, ma solo con fronte alta, capelli corti e ricci e barba ben curata e folta.
Ha la testa girata e lo sguardo rivolto verso la sua sinistra.
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Indossa una ampia tunica di color azzurro ceruleo e dalla spalla sinistra scende un mantello rosso porpora, ancorato ad un grosso fermaglio aureo.
La sua postura ricorda quello di un dignitario romano e Saulo lo era.
Egli infatti pur essendo giudeo, aveva rivestito una carica pubblica per conto del Sinedrio ebraico al soldo dei romani, questo gli aveva valso la cittadinanza romana.
Successivamente, dopo la conversione avvenuta sulla via di Damasco, prese il nome di Paolo.
Per questo motivo, dopo l’arresto, pur essendo condannato, non è stato martirizzato subito, ma trasferito a Roma, perché essendo cittadino romano, solo l’imperatore aveva la facoltà mettere a morte un cittadino romano e così è stato.
Pinto ci mostra Paolo che impugna una lunga spada nella mano destra, segno non solo del suo martirio ma anche fede e di fortezza, mentre con la sinistra regge un grosso libro, simbolo delle sue numerose lettere.
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Le sue epistole hanno contribuito a quello che divenne il Nuovo Testamento.
Il quadro fa parte, di una serie di dipinti attribuiti al pittore locale Giuseppe Pinto, quadri con cornici mistilinee, che corrono lungo le pareti perimetrali della Cattedrale di Venosa (PZ) e rappresentano i SS. Apostoli.
Il dipinto è il primo della serie della navata di destra, è collocato in alto, tra i due altari della Assunta e della Madonna con Bambino.
Il ciclo dei quadri è composto da dodici dipinti delle medesime dimensioni, più uno notevolmente più grande che rappresenta Sant'Andrea, a cui la chiesa è dedicata.
I quadri sono dipinti ad olio su tela.
Anche se non è stato uno dei primi Dodici, San Paolo però è stato sempre riconosciuto come un Apostolo, che significa letteralmente "colui che è inviato", ed è con San Pietro un leader degli Apostoli.
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Infatti spesso è ritratto insieme a San Pietro; riconosciuti come patroni e protettori della citta di Roma e festeggiati il 29 giugno.
Inoltre, l'evangelista Luca era un medico che ha seguito San Paolo nei suoi viaggi missionari, quindi è giusto dire che Paolo avrebbe anche avuto un'influenza sul Vangelo di Luca e il libro degli Atti degli Apostoli.
Il ciclo dei dipinti, come dicevamo sopra, è attribuito dalla storiografia al pittore Giuseppe Pinto di presunte origini locali, operante a Venosa nel secolo XVII.
Bisogna dire che i dipinti pur essendo di notevole fattura, purtroppo si apprezzano poco, perché collocati troppo in alto per ammirarne la bellezza e le caratteristiche, prima del restauro erano addirittura contornate da maestose cornici barocche.
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(Cenno biografico, da: www.santodelgiorno.it)

S. Paolo era ebreo della tribù di Beniamino. Fu circonciso l'ottavo giorno dopo la nascita, e fu chiamato Saulo. Apparteneva, come il padre, alla setta dei farisei: setta la più rigorosa, ma nello stesso tempo la più recalcitrante alla grazia di Dio.
I suoi genitori lo mandarono per tempo a Gerusalemme, alla scuola di Gamaliele, celebre dottore in legge. Sotto questa sapiente guida. Saulo si abituò alla più esatta osservanza della legge mosaica. Questo zelo fu quello appunto che fece di Saulo il persecutore più terribile dei primi seguaci di Gesù.
Lo vediamo nella lapidazione di Stefano custodire le vesti dei lapidatori, non potendo far altro, non avendo l'età prescritta; egli stesso però lapidava nel suo cuore, non solo Stefano, ma tutti i Cristiani, avendo in mente una sola cosa: sradicare dalle fondamenta la Chiesa di Cristo e propagare in tutto il mondo il Giudaismo.
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Con questo zelo quindi non vi è niente da stupire se fu uno dei più fieri, anzi il più terribile ministro della persecuzione che infierì contro i Cristiani di Gerusalemme e ben presto fece scomparire i Cristiani che colà si trovavano; ma non pago di ciò, chiese lettere autorizzative al Sommo Sacerdote, per poter fare strage dei Cristiani rifugiatisi in Damasco. Qui però il Signore l'attendeva: qui la grazia divina doveva mostrare la sua potenza.
Eccolo sulla via di Damasco, accompagnato da arcieri, spirante furore e vendetta. Ma d'improvviso, mentre galoppa, una luce fulgida lo accieca; una forza misteriosa lo sbalza da cavallo ed egli ode una voce dal cielo che gli grida: « Saulo, perchè mi perseguiti? ».

— Chi sei tu? — risponde Saulo, meravigliato e spaventato ad un tempo.
Ed il Signore a lui:
— Io sono quel Gesù che tu perseguiti.
— Che vuoi ch'io faccia, o Signore?
— chiede Saulo interamente mutato dalla grazia.
— Va' in Damasco
— gli risponde il Signore colà ti mostrerò la mia volontà.

Saulo si alza, ma essendo cieco, si fa condurre a Damasco, dove rimane tre giorni in rigoroso digiuno e in continua orazione. Al terzo giorno Anania, sacerdote della Chiesa Damascena, per rivelazione di Dio, si porta nel luogo dove si trova Saulo, lo battezza e gli ridona la vista. Da quel momento Paolo è mutato da feroce lupo in docile agnello : la grazia di Dio opera in lui per formare il vaso di elezione, l'Apostolo delle genti.

mercoledì 24 gennaio 2018

"Protocollo" Angela.

E' così difficile applicare questo semplice "protocollo" alle bellezze ed ai tesori del nostro territorio?