La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

martedì 1 marzo 2016

Un carnevale di altri tempi: la festa di carnevale.

Il carnevale a Venosa era vissuto e sentito in modo semplice spontaneo e spensierato, con balli e canti.
Ci si organizzava in gruppi di amici o di parenti.
La mascherata più che un travestimento era un camuffamento.
Spesso i ruoli si invertivano, cioè le donne si camuffavano da uomini e gli uomini viceversa da donna.
La mascherata aveva un copione ben definito;
la scena più rappresentata era un buffo matrimonio tra “Carnevale e “Quarantana” (moglie di Carnevale).
Tutti gli altri personaggi erano complementari agli sposi: per cui c’era il cerimoniere, il prete, i testimoni (il compare e la commara di nozze) gli invitati ed un’orda di ragazzini, che entusiasti e chiassosi, accompagnavano il corteo nuziale per le strade del paese.
Il corteo faceva alcune tappe nelle case di amici e parenti, i quali mettevano a disposizione dei convenuti la loro casa ed offrivano loro un po’ di salsiccia (appena fatta) e formaggio stagionato.
All’ingresso in casa il “cerimoniere” dell'allegra combriccola esordiva dicendo:
Ziezz ziezz ziezz
damm’ na ‘zengh’ d’ sauzèzz,
so’ arruvat’ i quatt’ re maggie
damm’ na ‘zengh d’ furmaggie,
e se non mu vu’ dà
ca te pozz’ cagnelà;
se me daje pecch’ pecch’
non ce vengh mai a pecch’
se me daje assaje assaje
non ce vengh’ maje e maje,
e va veir’ jend’ a lu’ stupon’
ca ce stann’ cose bbonn’
e accuntentamm’ ‘sti uaglion,
e dammell’ n abbona fedd’
quant’ la cor’ de la sciummend’.
(Traduzione)
zeizz ziezz ziezz
(sia per la rima che suono onomatopeico del taglio della salsiccia)
dateci un poco di salsiccia
sono arrivati i 4 re magi
dacci anche del formaggio
se non lo vuoi dare
che ti venga un accidente
se me ne dai poco poco
non ci vengo più
se me ne dai assai assai
non ci vengo mai mai
dai un’occhiata nello stipone
è li che ci sono cose buone
accontentiamo questi ragazzi
dagliela una buona fetta

almeno quanta la coda di una giumenta.

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