Se vuoi che
io pianga, fallo prima tu.
Non basta
che la poesia sia bella;
deve
suscitare piacere
e condurre
il nostro spirito dove preferisce.
Come a un
volto ridente
si sorride e
si partecipa
al dolore di
chi piange,
se vuoi che
io pianga,
devi provar
dolore tu stesso;
allora, mi
toccheranno le vostre sventure,
o Tèlefo e
Peleo;
ma se reciti
male la tua parte
io m'
addormento oppure rido.
Parole
tristi si addicono a un volto mesto,
quelle
minacciose ad uno adirato,
a quello
allegro le scherzose,
all' austero
le gravi.
Perché,
secondo le infinite condizioni umane,
prima ci
forma dentro la natura;
ci rallegra,
ci spinge all' ira,
ci prostra e
ci tormenta sotto il peso della tristezza;
poi,
traducendoli in linguaggio,
esprime i
sentimenti.
dall' «Ars
poetica» QUINTO ORAZIO FLACCO
Nessun commento:
Posta un commento