La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

martedì 1 marzo 2016

Colossei d'italia: l'anfiteatro di Venosa (Venusia) - (PZ)

Colossei d'italia:
l'anfiteatro di Venosa (Venusia) - (PZ)

L'ANFITEATRO ROMANO: Costruito tra il I ed il II secolo d.C. La fase della sua prima costruzione risale al I sec. d. C.; mentre, la seconda al II sec. d. C.
Si presenta a forma di ellisse, scavata solo parzialmente, formata da un anello esterno pilastrato e da un corpo centrale a 3 livelli, occupati dalle gradinate dove sedevano gli spettatori.

L'Anfiteatro Romano, abbiamo detto, ha una forma ellittica, su tre piani, in parte costruiti fuori terra e in parte realizzati tagliando a terrazze il terreno in cui sorge.
L'asse maggiore misura 70 m mentre l'asse minore 40 m. Esaminando questi dati, si ritiene che questa struttura accogliesse a suo tempo circa diecimila spettatori.
Il livello più basso è quello dell'arena, ove si trova la terrazza del "podio" per i personaggi importanti.
Vi sono altri due livelli, sostenuti da tre ambulacri concentrici: il primo livello detto "ima cavea" e il secondo livello "media cavea" ed il terzo "summa cavea".
La funzione delle gradinate era quella di differenziare gli spettatori a seconda della classe sociale cui appartenevano (anche se si pensa che, principale fruitore degli spettacoli gladiatori era soprattutto la popolazione rurale).

L’ellissi, scavata (purtroppo) solo parzialmente, era costituita da un anello esterno pilastrato e da un corpo centrale su tre livelli, occupate dalle gradinate della IMA, MEDIA e SUMMA CAVEA.
I settori erano quindi sostenuti da tre corridoi anulari e da ambienti delimitati da muri radiali generalmente non accessibili, tranne i due posti ai lati dell'asse maggiore, presso i quali si saliva all'IMA CAVEA.

Il passaggio alle gradinate avveniva attraverso l'ambulacro (A);
alla SUMMA CAVEA conducevano anche rampe poste lungo il portico esterno, di cui sono visibili solo le fondazioni in opera cementizia e parte dei plinti in pietra.
Al centro dell'arena (B) alcuni ambienti sotterranei (C) con funzione di servizio (magazzino per le attrezzature, ricoveri per le bestie da combattimento, ecc.) sono scavati nella roccia e foderati in opera mista.

L'anfiteatro, costruite in opera reticolata nel corso del primo secolo dopo Cristo, ebbe grossi interventi di consolidamento strutturale durante il secondo secolo d.C., mediante muri di rinforzo in opera mista, fase in cui sono da ricondursi anche i sotterranei.
L'edificio venne realizzato in un'area già edificata, saldando e perimetrando, con un muro in opera reticolata, due isolati dell'estrema periferia cittadina ed una strada (D).
Numerose strutture plausibilmente abitative (E), non più visibili, rinvenute inglobate nei cunei e nella zona antistante l'anfiteatro, si riferiscono a fasi edilizie repubblicane (terzo-primo secolo avanti Cristo).
Al centro dell’arena vi erano dei sotterranei che fungevano da ambienti di servizio.

In virtù di alcuni rinvenimenti (un piccolo tesoro di circa 200 monete, una iscrizione ebraica su una tomba ed alcuni sepolcri, si pensa che forse, per un certo periodo, parte dell'anfiteatro fu destinato a cimitero ebraico.

L'Anfiteatro Romano è stato privato di molte opere e ornamenti, attualmente collocati in altri monumenti di Venosa (molti furono sfruttati per erigere la Chiesa Incompiuta, la Cattedrale, alcuni palazzi gentilizi ed il castello).

Il primo scavo venne commissionato dai Borboni nel XIX secolo, ove vennero trovati una serie di bronzi, monete, terrecotte ma, per abbandono, i ruderi furono risotterrati.

Solamente nel 1935 fu riportato il tutto alla luce.




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