La Madonna
della misericordia; detta pure Madonna del Buon Rifugio;
Madonna dei
Raccomandati o Madonna della Mercede.
Venosa (PZ)
- Madonna della Misericordia, tempera su tavola, metà XV sec. detta "la
Marunnedd' ".
A Venosa
esistono tre copie simili di questa Icona rappresentante la Madonna della
Misericordia
La Madonna
della Misericordia è uno dei titoli che vengono attribuiti a Maria. È anche il
nome di un’iconografia cristiana ricorrente in arte, legato alla protezione di
Maria.
Il titolo di
“Madre della Misericordia” giustamente celebra la Santa Vergine, sia perché ha
generato Gesù Cristo che è la misericordia visibile dell’invisibile Dio
misericordioso, sia perché è madre spirituale dei fedeli, piena di grazia e
misericordia.
Nell’iconografia
della Madonna del Buon rifugio, della misericordia o della mercede, Maria è
rappresentata come rifugio dei fedeli dal castigo dell’Eterno Padre,
raffigurato con un aspetto alquanto severo mentre scaglia fulmini e saette verso
i fedeli peccatori.
Si tratta di
un retaggio dell’epoca medievale, detto della “protezione del mantello”, che le
nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiutò.
Ciò consisteva appunto nel dar loro simbolico riparo sotto il proprio mantello,
considerato inviolabile.
Questa
iconografia della Vergine la rappresenta veramente come “Madre della Chiesa”,
che tiene “sotto la sua protezione” ognuno della membra del Corpo mistico del
suo Figlio Gesù.
La devozione
alla Madonna del Buon rifugio, detta pure madonna della misericordia, Madonna
dei raccomandati o Madonna della mercede si diffuse presto in Spagna ed infine
in Francia ed in Italia e successivamente anche in America latina.
Originariamente
il quadro era in triplice copia (se non addirittura cinque): una conservata in
Cattedrale (copia molto rovinata nei colori e forse rimaneggiata nel tempo);
un’altra nella cappella del cimitero(datata 1892 di autore ignoto) ed una terza
era anticamente venerata in un’edicola appena fuori dal paese; infatti fino
alla fine degli anni '60 questa antica icona dipinta a tempera su tavola del XV
sec. era custodita nell'edicola muraria in piazza San G. Bosco, difronte
all'allora Seminario dei Salesiani (ed ora Istituto Padri Trinitari) e davanti
sempre all'allora nuovo edificio delle scuole elementari "L. La
Vista". Alla fine degli anni '60 questa edicola ormai pericolante è stata
abbattuta; attualmente pare che questa antica icona (secondo fonti attendibili)
dovrebbe trovarsi imballata, custodita e restaurata in un deposito del museo
diocesano di Venosa.
L’antica
edicola demolita nel 1968 è stata sostituita da una riproduzione ad opera del
tipografo Giovanni Cancellara e si trova affissa in un nuovo monumento a fianco
dell’Istituto del Padri Trinitari in Piazza Don Bosco, pare però che neppure
questa stampa abbia retto al tempo ed è stata sostituita a sua volta da
formelle in ceramica, che è come la vediamo oggi.
La Vergine è
raffigurata in piedi, in grande dimensioni , con le braccia distese mentre allarga
il proprio mantello per accogliervi, al di sotto, una serie di personaggi e
fedeli inginocchiati. In primo piano è facile individuare tra i fedeli la
figura di un prelato del clero venosino.
Il mantello
azzurro o celeste scende dolcemente dal capo sulle spalle fino ad arrivare ai
piedi, è bordato d’oro o verde ed inanella elegantemente un bel viso ovale dai
lineamenti molto delicati e dolci; una ciocca di capelli castano scuri si
scorgono da sotto il lungo mantello; la vita è stretta da un cintura anch’essa
di color oro, celeste o verde secondo le copie. La tonaca della Vergine cambia
anch’essa a seconda della copia: rossa nella copia della tavola del XV sec.;
bianca nella copia del cimitero del 1892 e marrone/verde nella copia della
cattedrale.
Sulle varie
rappresentazioni della Madonna del Buon rifugio, detta pure madonna della
misericordia, Madonna dei raccomandati o Madonna della mercede o qual si voglia
è riportato in basso la seguente dicitura:
“Sub tuum
praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix (Noi ci rifugiamo sotto la tua
protezione, o santa Madre di Dio) e sotto ancora i versi: “il mio maggior
conforto nell’ultima agonia sarà chiamar Maria, chiamarla e poi morir”.
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