"Noli me tangere"
Di Vincenzo Giaculli
E’ una tela di Nicola Marangelli dipinta alla fine XVII secolo, custodita all’interno della Cattedrale di Venosa (PZ).
Il pittore, di probabili origini locali, era attivo nella città oraziana tra la fine del XVII e gli inizia del XVIII secolo ed il dipinto costituisce l'unica testimonianza riconosciuta del pittore.
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata ci dice che la "tela rivela caratteri stilistici molto affini alla tela 'gemella' della “Trasfigurazione” - anch’essa custodita all’interno della Cattedrale – ci dice anche che il disegno è vibrante, le figure sono allungate ed i colori vivaci e che compositivamente l’artista è ancora legato ad uno schema tardo-manierista".
"Noli me tangere", è un'espressione latina, una locuzione contenuta in questa forma nella traduzione della Vulgata del Vangelo secondo Giovanni al capitolo 20, versi 11-17, che significa "Non mi toccare " o " non trattenermi", di solito è usata col significato di "non toccarmi". È in questo Vangelo che Gesù si rivolge così a Maria Maddalena subito dopo la risurrezione.
Infatti questa espressione viene detta da Gesù la mattina dopo la sepoltura, quando "le pie donne" si recano al sepolcro con drappi di lino ed unguenti, per le pratiche comuni a quel tempo per gli onori dovuti alla sepoltura dei defunti.
Il Vangelo racconta: «Maria (di Magda - invece) stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva.
Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”.
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”.
Gesù risorto ha assunto le sembianze di un "giardiniere" al quale Maria Maddalena si rivolge, dopo aver visto la pietra della tomba rimossa e la tomba vuota, ma quando parla, la donna lo riconosce: Gesù le disse: “Maria!”.
Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro!
Il Vangelo non lo dice, ma a questo punto la Maddalena deve aver fatto il gesto di abbracciarlo, lo aveva visto morire ed ora appariva vivo!
Ma Gesù le disse: “Noli me tangere, cioè - non mi toccare perché non sono ancora salito al Padre”.
E' questa la scena, che gli artisti, per diversi secoli, ci hanno tramandato chiamandola "Noli me tangere".
Il Marangelli ha raffigurato Gesù risorto e glorioso; è scalzo, sono evidenti i fori dei chiodi sia sulle mani che sui piedi; non è cinto in un lenzuolo bianco come tradizionalmente viene ritratto, ma vestito di una tonaca color rosso-porpora ed avvolto in un ampio manto blu.
Il rosso porpora, è anche il colore degli imperatori e richiama metaforicamente il sangue versato ed è il simbolo della gloria.
Il blu invece è il colore della Saggezza e della Verità divina.
Gesù risorto, stando al racconto evangelico di Giovanni, ha assunto le sembianze di un "giardiniere”; il Marangelli o ritrae mentre impugna con la mano destra il manico di una vanga e con la mano sinistra intima a Maria Maddalena di non toccarlo. Maria Maddalena, per antica consuetudine e tradiziine, ha capelli lunghi e ricci, quelli con i quali aveva asciugato i piedi al Signore.
In alto, in secondo piano, sono ritratti i due angeli, seduti sul sepolcro vuoto dove era stato posto il corpo di Gesù, l’uno in bianche vesti dalla parte del capo e l’altro dei piedi con vesti più scure.
In basso sulla destra della tela impressa sulla vanga del Cristo, possiamo apprezzare la firma del pittore: “Nicolaus Marangelli”.
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