“Pax tibi Marce evangelista meus”
Il 25 aprile
la Chiesa festeggia San Marco Evangelista.
A Venosa vi
sono almeno tre elementi dedicati all’Evangelista; due documenti sono presenti
all’interno della Cattedrale, l’altro elemento è la Fontana di San Marco.
Il primo
elemento di cui voglio parlare è il particolare di un affresco raffigurante
l’Evangelista Marco, che si trova in una lunetta di una cappella laterale nella
Cattedrale di Sant’Andrea di Venosa.
Il dipinto
ci è giunto in un cattivo stato di conservazione; anche se l’affresco è molto
rovinato, si evidenzia l’evangelista Marco nell’intendo di scrivere il suo
vangelo.
Cattedrale di Venosa: particolare di un affresco raffigurante l’Evangelista Marco, che si trova in una lunetta di una cappella laterale nella Cattedrale di Sant’Andrea.
San Marco è
ritratto seduto, presenta una folta barba ed il suo sguardo sembra proteso al
cielo, indossa una tunica di colore grigio, dalla spalla destra scende un ampio
mantello giallo che lo avvolge e ricopre le sue gambe.
In alto, a
sinistra dell’evangelista, è posizionato un angelo, segno di ispirazione
divina, impugna una penna d’oca nella mano destra, e regge con la mano sinistra
il suo libro, dal quale si scorgono alcune lettere, dinanzi al vangelo scorge
la testa di un giovane leone, simbolo dell’evangelista.
Marco
infatti è simboleggiato nel leone, perché il suo Vangelo comincia con la
predicazione di Giovanni Battista nel deserto, dove c'erano anche bestie
selvatiche.
Il secondo
elemento che voglio presentare è un bassorilievo, che si trova appena entrati
in chiesa, nella navata di sinistra.
Cattedrale di Venosa: bassorilievo che raffigura solo tre dei quattro evangelisti: Luca, Matteo e Marco
Il bassorilievo raffigura solo tre dei
quattro evangelisti: a sinistra l’evangelista Luca, simboleggiato dal bue
alato; al centro un angelo in posizione eretta e benedicente o un Uomo con
grandi ali, simbolo dell’evangelista Matteo; ed infine sulla sinistra Il leone
alato che è il simbolo di San Marco perché il suo Vangelo inizia con la voce di
San Giovanni Battista, che si leva nel deserto come il ruggito di un leone;
manca il quarto elemento del “tetramorfo”: l’aquila, simbolo dell’unico
evangelista apostolo, cioè Giovanni.
Cattedrale di Venosa: bassorilievo, che si trova appena entrati in chiesa, nella navata di sinistra: che raffigura solo tre dei quattro evangelisti: Luca, Matteo e Marco.
È facile
vedere nelle chiese, sui Lezionari, sui leggii o nelle decorazioni di amboni,
pulpiti ed altari, la riproduzione dei quattro animali simboli degli
evangelisti.
Gli antichi autori cristiani applicarono agli evangelisti le simboliche sembianze della profezia, riconoscendo nel Vangelo il nuovo trono di Dio.
Il terzo elemento è architettonico e mi riferisco alla bellissima Fontana detta di San Marco, della prima metà XIV sec, che si ergeva di fronte alla chiesa omonima, che si trova in via Roma ormai da lungo tempo in uno stato pietoso di abbandono e di degrado.
Venosa: Fontana di San Marco (XIV secolo).
La sua esistenza è documentata a partire dalla prima metà XIV secolo e la sua costruzione si suppone si deve al privilegio concesso da re Roberto con il quale si consentiva alla città di avere le fontane nel centro abitato.
E’ detta di San Marco perché si ergeva di fronte alla chiesa omonima.
La sua esistenza è documentata a partire dalla prima metà XIV secolo e la sua costruzione si suppone si deve al privilegio concesso da re Roberto con il quale si consentiva alla città di avere le fontane nel centro abitato.
E’ detta di San Marco perché si ergeva di fronte alla chiesa omonima.
Della vita
di Marco si conosce poco, ma l’opera immensa che ci ha trasmesso è alla base
della dottrina Cristiana e di tutta la cultura occidentale. Marco fu discepolo
di San Pietro ed egli scrive il vangelo per tutti i popoli.
Nato
probabilmente in Cirenaica circa nel 20 d.C., l’attuale Libia, in una famiglia
agiata che gli permise gli studi del latino, dell’ebraico e del greco. San
Marco evangelista (in ebraico מרקוס,
in greco Μάρκος.
Quando tribù
barbare invasero la sua città, Cirene, la sua famiglia si rifugiò a
Gerusalemme.
Qui si
racconta che rimase orfano e che la madre ospitò nella sua villa Gesù e gli
Apostoli.
Questa villa
con annesso l’Orto degli Ulivi dovrebbe essere anche stata la sede dell’Ultima
Cena.
Ma questi
aneddoti non sono certi.
Nel 60 d.C.
San Pietro lo cita in una poi San Marco seguì San Paolo nella capitale
dell’Impero dove divenne fedele collaboratore di San Pietro.
Venne quindi
inviato ad evangelizzare il nord Italia e nel viaggio verso Aquileia si fermò
sulle isole Rialtine primo nucleo della futura Venezia.
In sogno gli
apparve un Angelo che lo salutò “Pax tibi Marce evangelista meus” e gli promise
che in quelle isole avrebbe dormito in attesa dell’ultimo giorno.
Pasquale Ottino: San Marco scrive il suo vangelo su dettatura di San Pietro
Poi San
Pietro inviò San Marco ad Alessandria d’Egitto dove proseguì la sua missione e
dove trovò la morte probabilmente un 25 aprile tra il 68 e il 72.
Secondo
alcuni per morte naturale, per altri come martire.
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