Il giorno dell'Immacolata tra tradizione e credenze
popolari.
Secondo un’antica credenza popolare il giorno
dell’Immacolata il mare è sempre calmo.
In segno di rispetto e devozione per questa festività i
pescatori osservano un giorno di riposo e fanno festa, non gettano le loro reti
in mare, per questo giorno lasciano le loro barche ormeggiate al porto.
Probabilmente questa credenza affonda le sue antiche radici
in alcuni episodi del Vecchio Testamento con la storia di Tobiolo e l'Arcangelo
Raffaele nel Libro di Tobia e del Nuovo Testamento, come la moltiplicazione dei
pani e dei pesci (Mt. 14,13-21, Mc. 6,30-44).
Il pesce, frutto della provvidenza, diviene così un alimento
protagonista nel Vangelo, basta vedere alcuni episodi biblici, questo alimento
rappresenta simbolicamente il Cristo.
Infatti sin dall'epoca paleocristiana i cristiani si
distinguevano con la parola greca Ἰχθύς, che letteralmente significa “pesce” in
greco. È un acronimo formato con le iniziali della frase greca: “Gesù Cristo,
Figlio di Dio, Salvatore”.
Come Tobiolo, durante il suo viaggio con l'Arcangelo
Raffaele e come i Discepoli di Gesù, anch’essi pescatori, anche i pescatori si
affidavano alla Madonna nell'affrontare i pericoli del mare, facevano tutti
parte di un patto lontanissimo nel tempo: un patto di fiducia tra l'uomo e la
natura, tra l'uomo e Dio.
In base a questo lontanissimo patto, c’è l’antica credenza
popolare venosina, che nel giorno dell’ Immacolata i pesci affiorino con la
loro testa fuori dal mare e aprendo la bocca lodino la Vergine Maria.
In questa giornata vige un patto di non belligeranza tra i
pescatori ed i pesci, tra l’uomo e la natura.
Naturalmente mai nessuno di noi ha mai visto affiorare dei
branchi di pesci e disporsi in fila con la bocca aperta, ma l’idea favolistica
e romantica ci piace ricordarla e raccontarla ai bambini e tramandarla alle
nuove generazioni.
L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, cade in periodo di
Avvento, che è attesa per la venuta del Signore, quindi, si fa penitenza; non
si mangia carne; sono bandite alle carni ed i cibi considerati lussuosi e si da
spazio al pesce, come sardine, baccalà, sgombri e seppia; questo tipo pesce era
reputato fino ad una cinquantina di anni fa, come un piatto povero, ma ricco di
un forte significato religioso.
Dobbiamo nutrirci di quel “Pesce”, simbolo del corpo di
Cristo, che è Figlio di Dio e Salvatore, solo così riusciremo a salvarci e a
guarire dai nostri “mali”, e questa non è una favola!
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