La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

mercoledì 7 dicembre 2016

La Vergine, i pescatori e i pesci

Il giorno dell'Immacolata tra tradizione e credenze popolari.

Secondo un’antica credenza popolare il giorno dell’Immacolata il mare è sempre calmo.
In segno di rispetto e devozione per questa festività i pescatori osservano un giorno di riposo e fanno festa, non gettano le loro reti in mare, per questo giorno lasciano le loro barche ormeggiate al porto.

Probabilmente questa credenza affonda le sue antiche radici in alcuni episodi del Vecchio Testamento con la storia di Tobiolo e l'Arcangelo Raffaele nel Libro di Tobia e del Nuovo Testamento, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt. 14,13-21, Mc. 6,30-44).


Il pesce, frutto della provvidenza, diviene così un alimento protagonista nel Vangelo, basta vedere alcuni episodi biblici, questo alimento rappresenta simbolicamente il Cristo.
Infatti sin dall'epoca paleocristiana i cristiani si distinguevano con la parola greca Ἰχθύς, che letteralmente significa “pesce” in greco. È un acronimo formato con le iniziali della frase greca: “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”.


Come Tobiolo, durante il suo viaggio con l'Arcangelo Raffaele e come i Discepoli di Gesù, anch’essi pescatori, anche i pescatori si affidavano alla Madonna nell'affrontare i pericoli del mare, facevano tutti parte di un patto lontanissimo nel tempo: un patto di fiducia tra l'uomo e la natura, tra l'uomo e Dio.
In base a questo lontanissimo patto, c’è l’antica credenza popolare venosina, che nel giorno dell’ Immacolata i pesci affiorino con la loro testa fuori dal mare e aprendo la bocca lodino la Vergine Maria.

In questa giornata vige un patto di non belligeranza tra i pescatori ed i pesci, tra l’uomo e la natura.
Naturalmente mai nessuno di noi ha mai visto affiorare dei branchi di pesci e disporsi in fila con la bocca aperta, ma l’idea favolistica e romantica ci piace ricordarla e raccontarla ai bambini e tramandarla alle nuove generazioni.

L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, cade in periodo di Avvento, che è attesa per la venuta del Signore, quindi, si fa penitenza; non si mangia carne; sono bandite alle carni ed i cibi considerati lussuosi e si da spazio al pesce, come sardine, baccalà, sgombri e seppia; questo tipo pesce era reputato fino ad una cinquantina di anni fa, come un piatto povero, ma ricco di un forte significato religioso.



Dobbiamo nutrirci di quel “Pesce”, simbolo del corpo di Cristo, che è Figlio di Dio e Salvatore, solo così riusciremo a salvarci e a guarire dai nostri “mali”, e questa non è una favola!

Nessun commento:

Posta un commento