La mia Venosa

Descrivo in queste pagine la mia città, la mia Venosa.
Narro la Venosa che a me piace.
La Venosa storica e culturale; quella ricca di tradizioni e di valori.
Parlo della Venosa nella quale mi riconosco e nella quale sono cresciuto.
Questa è la Venosa che voglio cantare.

sabato 7 gennaio 2017

Adorazione dei Magi (di Simone da Firenze)

Adorazione dei Magi (Simone da Firenze) - Cattedrale di Sant’Andrea - Venosa)

È un frammento di un affresco raffigurante l’Adorazione dei magi, del pittore Simone da Firenze, datato agli inizi XVI secolo. E' uno splendido frammento di un ciclo di dipinti murali, che il pittore fece in Basilicata e che rivela un disegno realizzato con chiarezza e delicato cromatismo.
L’affresco ci è pervenuto solo in parte, ciò che è visibile sono solo le figure di San Giuseppe, di Maria e del Bambino Gesù.
In primo piano è riprodotta Maria che regge sulle ginocchia il Bambinello.
Il suo viso è amorevolmente dolce, fresco, giovane ed aggraziato, con le gote rosee, il suo viso sembra ricordare quasi la Venere di Botticelli, capelli chiari, legati all’indietro e con dei ciuffi molto ricci e biondi che sfuggono alla presa e scendono con grazia ai lati del viso fino a coprirne le orecchie ed arrivare sul collo.
Con la mano sinistra regge delicatamente il Bambin Gesù seduto sulle sue ginocchia.
Indossa una veste di color rosso porpora, con maniche che oggi chiameremmo “a palloncino” i bordi della veste sono ornati da ricchissimi ornamenti e decorati con delle spille da balia.
All’occhio attento non sfuggono due piccoli ricami di colore bianco sul collo e all’estremità della manica di Maria.
Un velo bianco, quasi trasparente, raccoglie i capelli e scende sulle sue spalle, fino a legarsi con un vistoso fiocco sul petto. 
Al giro vita si nota ancora parte del velo bianco, raccolto in più punti con delle spille, a ricordarci che Lei è ancora una puerpera.
Il Bambinello è riprodotto nudo, ben nutrito, di un bel colore roseo, i suoi capelli sono ricci e biondi ed assume una posizione benedicente. Il suo sguardo sembra essere rivolto in basso verso i Re Magi, che se l’affresco fosse arrivato fino a noi, li avremmo visti dipinti probabilmente in ginocchio ed in atteggiamento di adorazione.
Alle spalle di Maria domina la figura di San Giuseppe. È dipinto con capelli e barba bianca, è raffigurato come un uomo di una certa età, non più giovanissimo. E’ insolitamente simile per iconografia a San Pietro.
Il suo guardo è rivolto e fisso al visitatore.
È enigmatico, pensieroso, non sembra essere nè sereno nè contento, anzi sembra alquanto turbato; forse lo è per ciò che ha appena sentito ed appreso dai Magi riguardo alle intenzioni del re Erode.
Non lo sapremo mai, infatti è in netto contrasto con l’atteggiamento della Madonna.
Ha una tunica color giallo sabbia e s’intravvede al collo uno spezzone bianco sotto-tunica.
È avvolto in un ampio mantello giallo oro, e sembra voler avvolgere, per difendere, con il suo manto tutta la sua Sacra Famigliola.
Giuseppe è in piedi alle spalle di Maria, con la mano destra, impugna un bastone con l'impugnatura ricurva, dal bastone spunta e rifiorisce un ramoscello di edera, che ne avvolge tutto il capo, a richiamare secondo me la profezia di Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse”. Isaia 11,1- 4a: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese».
Le tre sacre figure ritratte sono caratterizzate da tre aureole; quella di Maria e di Giuseppe differiscono in poco, si notano anche dei filamenti dorati, mentre l’aureola del Bambino Gesù è raggiante, il nuovo “Sole” è appena nato.
Dietro la figura del serioso Giuseppe si intravvede la testa del Bue, che con l'asinello avrebbe dovuto completare l'intera scena.
Le caratteristiche salienti della pittura di questo frammento risiedono nel dinamismo e nella fluidità dell’intera struttura. Possiamo notare, da quel poco che ci è pervenuto, che il disegno è realizzato con determinata chiarezza e delicato cromatismo e, dinanzi alla sacralità dei soggetti, si assiste ad un’alternanza di incantato lirismo ed una potente drammaticità.

Simone da Firenze è un artista del XVI sec.
Le origini e la prima formazione sono fiorentine, la sua formazione artistica proviene certamente da Scuola Umbra. Attivo nella prima metà del ’500, Simone da Firenze irrompe nel panorama artistico della Basilicata con la sua formazione prevalentemente classicista. La sua formazione artistica e culturale infatti, si fonda sui modelli dell’ultimo ventennio del Quattrocento fiorentino, quali Botticelli, Ghirlandaio e Filippino Lippi e soprattutto di Raffaello.
A Venosa Simone da Firenze dipinge un affresco, l’Adorazione dei Magi appunto; lo dipinge sul muro di quello che doveva essere una cappella laterale, posta a metà della navata di sinistra della nuova Cattedrale di Pirro del Balzo.
Oggi dell’intero affresco non rimane che questo piccolo ma intenso frammento.
La sua operosità in Basilicata del pittore fiorentino è documentata da altre opere che sono visibili non solo qui a Venosa ma anche ad Acerenza, ad Armento e a Potenza, è da sottolineare che molti artisti locali hanno subìto negli anni la sua ispirazione e la sua influenza artistica.


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