Adorazione dei Magi (Simone da Firenze) - Cattedrale di Sant’Andrea - Venosa)
È un frammento di un affresco raffigurante l’Adorazione dei magi, del
pittore Simone da Firenze, datato agli inizi XVI secolo. E' uno splendido
frammento di un ciclo di dipinti murali, che il pittore fece in Basilicata e
che rivela un disegno realizzato con chiarezza e delicato cromatismo.
L’affresco ci è pervenuto solo in parte, ciò che è visibile sono solo le
figure di San Giuseppe, di Maria e del Bambino Gesù.
In primo piano è riprodotta Maria che regge sulle ginocchia il Bambinello.
Il suo viso è amorevolmente dolce, fresco, giovane ed aggraziato, con le
gote rosee, il suo viso sembra ricordare quasi la Venere di Botticelli, capelli
chiari, legati all’indietro e con dei ciuffi molto ricci e biondi che sfuggono
alla presa e scendono con grazia ai lati del viso fino a coprirne le orecchie
ed arrivare sul collo.
Con la mano sinistra regge delicatamente il Bambin Gesù seduto sulle sue
ginocchia.
Indossa una veste di color rosso porpora, con maniche che oggi chiameremmo
“a palloncino” i bordi della veste sono ornati da ricchissimi ornamenti e
decorati con delle spille da balia.
All’occhio attento non sfuggono due piccoli ricami di colore bianco sul
collo e all’estremità della manica di Maria.
Un velo bianco, quasi trasparente, raccoglie i capelli e scende sulle sue
spalle, fino a legarsi con un vistoso fiocco sul petto.
Al giro vita si nota
ancora parte del velo bianco, raccolto in più punti con delle spille, a
ricordarci che Lei è ancora una puerpera.
Il Bambinello è riprodotto nudo, ben nutrito, di un bel colore roseo, i
suoi capelli sono ricci e biondi ed assume una posizione benedicente. Il suo
sguardo sembra essere rivolto in basso verso i Re Magi, che se l’affresco fosse
arrivato fino a noi, li avremmo visti dipinti probabilmente in ginocchio ed in
atteggiamento di adorazione.
Alle spalle di Maria domina la figura di San Giuseppe. È dipinto con
capelli e barba bianca, è raffigurato come un uomo di una certa età, non più
giovanissimo. E’ insolitamente simile per iconografia a San Pietro.
Il suo guardo è rivolto e fisso al visitatore.
È enigmatico, pensieroso, non sembra essere nè sereno nè contento, anzi
sembra alquanto turbato; forse lo è per ciò che ha appena sentito ed appreso
dai Magi riguardo alle intenzioni del re Erode.
Non lo sapremo mai, infatti è in netto contrasto con l’atteggiamento della
Madonna.
Ha una tunica color giallo sabbia e s’intravvede al collo uno spezzone
bianco sotto-tunica.
È avvolto in un ampio mantello giallo oro, e sembra voler avvolgere, per
difendere, con il suo manto tutta la sua Sacra Famigliola.
Giuseppe è in piedi alle spalle di Maria, con la mano destra, impugna un
bastone con l'impugnatura ricurva, dal bastone spunta e rifiorisce un
ramoscello di edera, che ne avvolge tutto il capo, a richiamare secondo me la
profezia di Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse”. Isaia 11,1- 4a:
«Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue
radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di
intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di
timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito
dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli
oppressi del paese».
Le tre sacre figure ritratte sono caratterizzate da tre aureole; quella di
Maria e di Giuseppe differiscono in poco, si notano anche dei filamenti dorati,
mentre l’aureola del Bambino Gesù è raggiante, il nuovo “Sole” è appena nato.
Dietro la figura del serioso Giuseppe si intravvede la testa del Bue, che
con l'asinello avrebbe dovuto completare l'intera scena.
Le caratteristiche salienti della pittura di questo frammento risiedono nel
dinamismo e nella fluidità dell’intera struttura. Possiamo notare, da quel poco
che ci è pervenuto, che il disegno è realizzato con determinata chiarezza e
delicato cromatismo e, dinanzi alla sacralità dei soggetti, si assiste ad
un’alternanza di incantato lirismo ed una potente drammaticità.
Simone da Firenze è un artista del XVI sec.
Le origini e la prima formazione sono fiorentine, la sua formazione
artistica proviene certamente da Scuola Umbra. Attivo nella prima metà del
’500, Simone da Firenze irrompe nel panorama artistico della Basilicata con la
sua formazione prevalentemente classicista. La sua formazione artistica e
culturale infatti, si fonda sui modelli dell’ultimo ventennio del Quattrocento
fiorentino, quali Botticelli, Ghirlandaio e Filippino Lippi e soprattutto di
Raffaello.
A Venosa Simone da Firenze dipinge un affresco, l’Adorazione dei Magi
appunto; lo dipinge sul muro di quello che doveva essere una cappella laterale,
posta a metà della navata di sinistra della nuova Cattedrale di Pirro del
Balzo.
Oggi dell’intero affresco non rimane che questo piccolo ma intenso
frammento.
La sua operosità in Basilicata del pittore fiorentino è documentata da
altre opere che sono visibili non solo qui a Venosa ma anche ad Acerenza, ad
Armento e a Potenza, è da sottolineare che molti artisti locali hanno subìto
negli anni la sua ispirazione e la sua influenza artistica.
Visto ieri, è bellissimo!
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