Gli "Apostoli di Sant'Andrea" della Cattedrale di Venosa (PZ)
San Bartolomeo
San Bartolomeo
San
Bartolomeo viene raffigurato dal pittore Giuseppe Pinto mentre offre la sua
vita per Cristo:
è dipinto
svestito, privo di tunica e coperto in parte solo da un avvolgente mantello
violaceo.
Ha capelli
castani e scomposti, anche lui è rappresentato con una “calvizie ippocratica”,
con barba folta bianca, dello stesso colore sono i capelli.
I suoi occhi
sono rivolti al cielo.
La sua
espressione è tipica di chi sta immolando la propria vita per qualcosa di
sublime.
Il braccio
destro è aperto lateralmente, mentre quello sinistro è stretto sul petto e con
la mano sorregge un libro ed un coltello, infatti il suo simbolo di
riconoscimento nell’iconografia classica è lo strumento del suo martirio, cioè
il coltello, poiché fu scuoiato.
Egli nacque
a Calia in Galilea nel I° secolo.
Morì verso
la metà del I° secolo probabilmente in Siria.
Il vero nome
dell'apostolo è Natanaele, che significa ”Dio ha donato”.
Il nome
Bartolomeo deriva probabilmente dall'aramaico “bar”, figlio e “talmai”,
agricoltore.
Bartolomeo
giunse a Cristo tramite l'apostolo Filippo (Gv 1,43-51).
Dopo la
resurrezione di Cristo, Bartolomeo fu predicatore itinerante (in Armenia, India
e Mesopotamia).
Divenne
famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi.
Bartolomeo
fu condannato alla morte Persiana: fu scorticato vivo e poi crocifisso dai
pagani.
La calotta
cranica del martire Bartolomeo si trova dal 1238 nel duomo di San Bartolomeo, a
Francoforte.
Il suo culto
è venerato in modo particolare in India.
È evocato
per un’epidemia di peste e le sue categorie di protezione sono i macellai, i
conciatori e pellicciai.
La Chiesa
festeggia l’Apostolo martire San Bartolomeo il 24 agosto.
Il dipinto è
collocato in alto nella navata sinistra della Cattedrale di Venosa, al di sopra
di una precedente cappella ora occupata da un confessionale, subito dopo
l’altare della Madonna Immacolata.
Il quadro fa
parte di una serie di dipinti con cornici mistilinee, che corrono lungo le
pareti perimetrali della cattedrale, che rappresentano i SS. Apostoli.
Il ciclo è
attribuito dalla storiografia al pittore Giuseppe Pinto di presunte origini
locali, operante a Venosa nel secolo XVII.
I quadri
sono a figura intera e coperti con ampi panneggi.
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