27 gennaio - Ricorrenza della festa di San Giovanni l'Evangelista.
Gli "Apostoli di Sant'Andrea"
Entrando nella Cattedrale di Venosa (PZ) tra le opere che
attirano l’attenzione del visitatore è Il ciclo dei quadri che ritraggono gli
apostoli, composto da dodici dipinti delle medesime dimensioni, più uno
notevolmente più grande, raffigurante appunto Sant’Andrea.
il dipinto di Sant’Andrea, alla quale è dedicata questa
chiesa.
Nel dipinto del pittore locale Giuseppe Pinto, collocato in
alto al di sopra della cappella cinquecentesca del SS Sacramento sulla navata
di destra, è rappresentato l’Apostolo Giovanni, il prediletto di Gesù.
Ci sono due raffigurazioni comuni dell'apostolo Giovanni:
come il "discepolo amato" e come "il Teologo".
Nel nostro caso San Giovanni è raffigurato di aspetto
giovanile, di età poco più di sedici anni, con lunghi capelli biondi, mossi e
imberbe, sguardo rivolto al cielo, la mano destra benedicente e reca nella mano
sinistra un calice.
Indossa una tunica azzurra cobalto e un ampio mantello color
rosso porpora avvolge l’intera figura.
Egli nacque in Palestina nel I° secolo d.C. da Zebedeo e
Salomea e fu fratello di Giacomo maggiore, con cui faceva il pescatore sulla
nave del padre.
Giovanni oltre ad essere apostolo fu anche evangelista e gli
sono attribuiti il libro dell’Apocalisse, il IV vangelo e tre Lettere che
narrano i fatti di cui era stato testimone.
Giovanni era il più giovane degli apostoli e il più vicino a
Gesù tanto che alla sua morte prese in custodia sua madre Maria.
Menzionato nel Vangelo in molte scene della vita di Cristo,
ad esempio, la Trasfigurazione, la Crocifissione, o quelli raffigurati negli
Atti degli Apostoli , come ad esempio, l'Ascensione o Pentecoste.
Il nome Giovanni è derivante dall’ebraico e significa “dono
del Signore” o “Dio ha avuto misericordia”, probabilmente quest’ultimo
significato deriva dal fatto che egli scampò alla morte dopo un’immersione in
un calderone pieno di olio bollente.
Scampato alla morte diverse volte, venne esiliato a Patmos
ed è l’unico Apostolo che morì di morte naturale nell’85 d.c.
È considerato protettore di molte categorie: dei librai, dei
scrittori, dei teologi, degli artisti, dei cartolai e dei tipografi; ed infine
delle vergini, delle vedove, degli ustionati e di tutti coloro che hanno a che
fare con olio; questo in analogia all’avvenimento che avrebbe potuto causargli
la morte.
I suoi simboli di riconoscimento sono l’aquila, in richiamo
all’inizio del suo vangelo, il libro, in quanto a lui sono attribuiti alcuni
scritti ed il calice.
Nelle rappresentazioni delle varie ultime cene siede alla
destra di Gesù e riposa sul suo petto.
Il quadro fa parte, di una serie di altri dipinti attribuiti
sempre allo stesso autore, quadri con cornici mistilinee, che corrono lungo le pareti
perimetrali della Cattedrale di Venosa (PZ) e rappresentano i SS. Apostoli.
I quadri sono dipinti ad olio su tela. Il ciclo dei dipinti,
come dicevamo sopra, è attribuito dalla storiografia al pittore Giuseppe Pinto
di presunte origini locali, operativo a Venosa nel XVII secolo.
Il ciclo dei quadri, come dicevo sopra, è composto da dodici
dipinti delle medesime dimensioni, più uno notevolmente più grande che
rappresenta Sant'Andrea, a cui la chiesa è dedicata.
Bisogna dire che i dipinti pur essendo di notevole fattura,
purtroppo si apprezzano poco, perché collocati troppo in alto per ammirarne la
bellezza e le caratteristiche, prima del restauro erano addirittura contornate
da maestose cornici barocche.
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